Nottetempo uscì dalla caverna e si diresse verso il lago portando con sé la lancia appuntita con una pietra tagliente e un coltello acuminato come un rasoio! Camminava piano e osservava ogni tanto il cielo incrostato di stelle luminescenti… Una notte accaduta centinaia di milioni d’anni fa, sognata dall’universo come il sole che di giorno illuminava le foreste selvatiche e le gigantesche bestie che popolavano la terra.
Era solo. In capo aveva un elmo robusto di ferro e modulava un suono che sgorgava dalle viscere della natura e generava rigoli di sangue e di potenza. Una notte infinita e perduta agli albori dei tempi e dell’umanità, in cui un mare immenso di acque solcava freddo come la morte il pianeta. Giunse sul lago, si sedette sull’erba e aspettò. Il funesto ululato delle bestie faceva rabbrividire le stelle che osservavano distanti miliardi di chilometri la scena dell’uomo e del deserto delle acque alla ricerca di ciò…
Lei! Uscì dal bosco dietro il lago e corse verso di lui inciampando sulle pietre come un daino. Adesso erano visibili. Egli scagliò la lancia contro il cielo e modulò un urlo disumano, corse verso di lei e l’abbracciò con le mani robuste: sopra di loro il tetto della luna che furtiva rubava alla vita istanti d’eternità, due bestie divine nell’attimo della verità.
Fu un attimo, prese il coltello e lo ficcò nel ventre di lei uccidendola a distanza di migliaia di chilometri. Erano in America sulle rive del Mississipi nell’anno Zero dopo Cristo.
Dallo spazio una luce intensa e allucinante si proiettò verso di lui investendolo in pieno e sollevandolo dal suolo. Un attimo dopo scomparve nel nulla senza lasciare traccia… in un silenzio di paura e di sogno.
Il “Times” il giorno dopo scrisse in prima pagina: “Un uomo e una donna inghiottiti dal nulla mentre consumavano un picnic… forse si tratta di delitti di mafia.”
Antonio Carasi