Attanagliato dalle forze demoniache del tempo e dell’estate violenta degli amori degli eroi, il mare stasera piove nell’universo delle streghe e la luna, sfocata dalle nubi del pianeta, soffice soffia il vento della notte assopita nell’agosto caldo della terra di Sicilia!
Il canto delle vecchie incartapecorite al sole e coperte di nero mi solleva l’anima nel buio misterico delle forze densifiche del tempo che Qui! nel cielo del sud piove a ritmi inesorabili nel covo delle tempeste della notte. Ah! Il Mare! goccia inesorabile di miele primitivo che cade sui tuoi occhi di fata seicentesca e il bacio lunghissimo della spiaggia che ondeggia sul timpano dei precipizi dell’albatros accovacciato sullo scoglio con gli occhi scintillanti puntati sull’orologio degli abissi in attesa del giorno vetusto che sarà ancora nuovo e uccellato.
Lui! L’albatros ondeggia con le ali bianchissime sulle luci della città invisibile e nottetempo si alza in volo sulle tombe degli Dei, capovolti nell’orchidea fantastica delle schiume del mare che stanotte tragico e silenzioso solleva le microscopiche barche dei pescatori oltre lo stretto cunicolo degli arcipelaghi e delle isole che sibilano il nome delle rose! Il muschio della città si schiude sulle sue ali e il canto poderoso della luna sibila nel lucente emisfero della terra, di questa terra che già mia non è ora più mia, giacché gli occhi del mondo hanno rubato le ninfe dei mille soli che illuminano ancora tragici il volto di questa infinita notte di Albatros, a caccia di pesci, di luce, di civiltà… e di morte.
Antonio Carasi