La favola nel labirinto

La favola nel labirinto - Un Racconto di Antonio Carasi

La stella del Nord riposa nella dimensione dell’ultima epopea bellica e il grido delle guappe di Napoli catapultato nei bar e nei triangoli della luce tridimensionale rievoca la primordiale voce della luna che ora tiepida e rossa traspare nella chiesa di San Bartolomeo a Città del Capo!
Il fragile miscuglio di alghe marine che si infrange sulle coste di un pianeta Antartide ci ricorda che il tempo della luce è infinito, e che il canto di Nefertiti nei giardini dell’Egitto è simile alle lunghe e calde savane che traspaiono nelle foreste dell’Africa, e che ancora i bimbi negri di Harlem sono simili alle frecce del Times, il quale li insulta e li oltraggia come mosche che molestano e posano impassibili sulle tazze di miele vermiglio… La Guerra! Il nostro idolo ci informa che il cielo sopra il triangolo della morte, la fossa delle Bermude è insuperabile, e che il mistico e il mistero ci aleggia attorno, e che il sogno di Napoleone fu divino come le labbra di Cleopatra.
Kerouac, oppure Poe, oppure Carasi… oppure il Nulla, tutto o niente!
Ma è la logica della luce che tocca i mistici elementi della favola a stracciare il buio labirinto della felicità comprata con i soldi della mafia, oppure è il Dio dall’alto dei cieli che libera i popoli dalla nera schiavitù del tempo e dei capitalisti?
Fellini! Bertolucci! Oppure! Cecil B. De Mille, oppure niente.
Questo misero palazzo di uve e pop corn altri non è che un labirinto di piedi e di braccia e di facce e di sigarette e di coca-cola e di striptease che si protraggono nel sistema di una luce che diventa più debole e più vigliacca della parola di Giuda!
Sei sola… stasera? Vieni in discoteca? Questa è la fine degli eroi di Maratona… Un papavero a cena e la Nielsen nei quartieri di Brooklin.

Antonio Carasi

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